Si dice da tempo che questa squadra non sia tra le più amate. Forse perché vince, perché è forte, perché è veneziana. Ma, a conti fatti, è davvero così?
A distanza di un anno dal supplementare della finale per il terzo posto, la nostra impressione è ben diversa. In campo abbiamo trovato una squadra disciplinata, corretta, persino simpatica. E se nemmeno un episodio insolito – uno sputo finito vicino al tavolo da parte di un giovane giocatore – è riuscito a generare polemiche, vuol dire che lo spirito della partita era quello giusto. Nessuna cattiveria, nessuna tensione, solo sport.
E lo sport, quello vero, si è visto chiaramente. I ragazzi in campo hanno apprezzato il talento dei loro quasi coetanei, con Visentin e Rubio a guidare una squadra solida, sempre attenta e rispettosa. Un gruppo che ha giocato con concentrazione, senza mai una reazione fuori luogo o un’esultanza eccessiva.
Abbiamo avuto la meglio solo nell’ultimo quarto, ma il risultato alla fine è passato in secondo piano. Perché il momento più bello è stato dopo il fischio finale: un grande abbraccio collettivo, simbolo di unione e condivisione.
Questa è la vittoria più importante. Questo è il CSI.
